
Da un anno a questa parte molte cose della mia vita sono cambiate.
Ho lasciato un lavoro impegnativo, ho trasformato un altro lavoro in modo quasi radicale, sto vivendo una malattia, e intanto imperversano lock down e restrizioni sui movimenti.
Vivo moltissimo in casa, occupata in tante cose, ma anche le mie occupazioni domestiche si sono trasformate nel tempo.
Una attività che allieta il mio tempo è guardare film. Il mio preferito in assoluto è Harry Potter.
Mi appassiona e mi fa riflettere davvero tanto.
Sì riflettere, stare concentrata su di me, ascoltarmi, percepirmi è un’altra attività che mi concedo sempre di più in questo tempo.
Una riflessione che mi sta a cuore in questi giorni è il parallelo tra l’episodio di Harry Potter intitolato “I doni della Morte” e il tempo che stiamo vivendo. Sì riconosco che questo tempo, seppur cupo, come cupe sono le scene de “I Doni della Morte” sia carico di doni.
Volendo rimembrare la scena del film I doni della morte sono tre oggetti magici che la morte dona a tre fratelli che sono riusciti a sfuggirgli. Uno di essi chiede una bacchetta magica potentissima, la morte gli dona la bacchetta di Sambuco, che sarà però poi fonte di morte per il mago che l’ha ricevuta. Il secondo fratello invece ottiene in dono una pietra per far resuscitare i morti, ma anche questa sarà per lui fonte di morte. Il terzo fratello invece chiede in dono il mantello dell’invisibilità.
Questi sono i tre doni che la morte crea per i tre fratelli che sono riusciti momentaneamente a sfuggirle.
Ora quello che mi domando innanzitutto è: cos’è la morte in questo tempo che stiamo vivendo?
La risposta che mi arriva riguarda non la morte definitiva, quell’evento in cui lasciamo il nostro corpo inanime e l’anima, per chi ci crede, migra nell’aldilà.
La morte è quella che viviamo ogni giorno quando non viviamo, quando siamo troppo presi da pensieri e viaggi mentali nel passato e nel futuro da non assaporare quello che ci accade in quel preciso istante.
La morte è ciò che dobbiamo lasciar andare ogni giorno, perché appartiene a un passato che non c’è più, e nel lasciar andare è bene che siamo fluidi, senza attaccarci o rimpiangere ciò che stiamo perdendo, perché così rischiamo di non onorarlo e di non onorare ciò che di nuovo sta nascendo in noi e nelle nostre vite.
Ecco allora che per far fronte a questi due modi che ha la morte di presentarsi a noi ogni santo giorno possiamo sfruttare i suoi doni, che magari possono permetterci di vivere meglio, più desti, più presenti il nostro tempo.

Dono della Morte # 1 Il mantello dell’invisibilità.
Il mantello dell’invisibilità in questo tempo che stiamo vivendo si traduce nella nostra capacità di essere invisibili agli occhi del mondo. Invisibili perché ritirati, in disparte, soli o pseudosoli nelle nostre case, con molto tempo da passare con noi stessi e molto meno tempo da passare con gli altri. Qual è il dono di tutto questo stare soli?
Io trovo che questo mi abbia aiutato a stare con me e a guardarmi bene. Prima questo era molto difficile se non impossibile, saltando come una cavalletta da un impegno all’altro vivevo nel fare continuo, ero anche molto appesantita da tutto quel fare ma non riuscivo a fermarmi. Ora invece posso stare ferma, ad ascoltare i miei pensieri, a volte gradevoli, altre volte ridondanti. E così ho compreso che la mia mente ha bisogno di cura e di attenzione, come un campo di erbe buone e cattive che ha bisogno di essere zappato e curato per poter diventare più gradevole di aspetto e più godibile. Se nel mio campo ci sono erbe che pungono non mi ci potrò sedere, se nella mia testa ci sono idee che pungono non mi potrò riposare.
Quindi sfrutto questo tempo di invisibilità per curare il campo della mia mente con costanza e con amore.
Inoltre ogni giorno che passa divento più consapevole che le erbacce della mia mente se non curate producono stati d’animo altalenanti e spesso immotivati da eventi concreti, ciò che li genera è solo il pensiero.
Ora posso stare ferma e percepire i miei sbalzi d’umore, le mie tristezze o le mie rabbie, e comprendere che la strada per la felicità riguarda proprio questo: sapermi prendere cura delle mie emozioni. Sì a volte certe tristezze e certe rabbie o altre emozioni che mi tolgono energia si generano dentro di me. Gli eventi esterni sono solo cause apparenti. Gli eventi esterni generano una tempesta emozionale solo se io li interpreto in un certo modo, se sono aperta, serena e fiduciosa gli eventi esterni sono molto meno impattanti sul mio sistema emozionale.
Se non fossi stata invisibile agli occhi del mondo e visibile ai miei non avrei potuto accorgermi di questo.
Quindi è solo grazie all’invisibilità, anzi al mantello dell’invisibilità che ho potuto andare più a fondo in queste consapevolezze e in questa nuova cura di me.

Dono della Morte #2 La pietra della resurrezione
La vita fino poco tempo fa era per me qualcosa da gestire, controllare, pilotare, indirizzare. Se faccio questo ottengo quello, se mi impegno le cose sul lavoro andranno bene, se mangio bene sarò in salute, se faccio sport sarò piena di energia. Tutte cose sacrosante, certo non è stando sdraiata sul divano con la testa fra le nuvole che potrò mettere a punto e poi realizzare i miei progetti più belli.
E’ vero però che non la vita non è così deterministica.
Presto o tardi ci troviamo di fronte al mistero della vita, a qualcosa che accade quasi magicamente e a cui non possiamo opporci, non avrebbe senso, occorre solo accettarlo, rilassarsi e sorridere. Il secondo dono della Morte o del nostro tempo ci aiuta a fare questo sia di fronte alle belle magie che la vita ci propone, sia di fronte alle prove della vita, come le malattie, i lutti, le restrizioni.
La pietra della resurrezione nel nostro tempo secondo me è la capacità di connettersi con qualcosa che va oltre la materia, oltre quello che possiamo captare con i nostri 5 sensi. Chi ricerca questo dono, chi si apre alle dimensioni sottili, chi si affida a qualcosa di oltre, a qualcosa di più grande, in questo tempo inizia a trovare pace, e forse anche a dare un senso a tutto. In ogni caso ha un atteggiamento morbido, di apertura, di accettazione di quello che accade e di accoglienza verso gli eventi, le situazioni e le persone.
Io mi accorgo della differenza in me.
Quando sono solo in contatto con gli eventi e quello che vedo e sento ma non guardo oltre, sorgono in me ansie profonde, paure, nostalgie, e anche rabbia. Quando inizio a guardare oltre, a dirmi che tutto questo potrebbe avere un senso che ancora non vedo, a pregare, a cantare dei mantra, a connettermi alla madre terra allora mi rilasso, mi riappacifico, mi distendo, faccio un bel respiro e sorrido.
E non sono la sola a fare questo.
Sempre più incontro persone che guardano oltre, che hanno una fede, e che portano con sé dei valori stupendi di empatia, di ascolto degli altri, di sostegno in tutti i sensi. Credo che queste persone con il loro modo di essere stiano gettando le basi per un mondo nuovo.
Un mondo nuovo fatto di uno sguardo che va oltre e percepisce ciò che è intangibile ai nostri 5 sensi, ma che dà un senso alla nostra ricerca interiore profonda. Un mondo nuovo fatto di persone che si accolgono le une con le altre così come sono e si aiutano a compiere un pezzo di strada insieme.

Dono della Morte #3 La bacchetta magica più potente al mondo
La bacchetta di Sambuco, la bacchetta più potente al mondo secondo me è l’avere fiducia nei propri talenti, nelle proprie risorse, nella propria creatività.
La vera potenza in questo momento è proprio fare affidamento a sé e alla propria capacità di creare oltre quello che abbiamo mai creato finora nella nostra vita.
Quando ho questo atteggiamento sono attraversata da un fiume di idee e mi diverto moltissimo nel realizzarle, non penso più alle restrizioni né alla malattia, sono lì creativa e fluida, viva e vivace, e creo per il piacere di farlo, imparo per il piacere di farlo, e gioco, gioco con la vita, gioco la mia vita, gioco.
Osservo anche le altre persone che hanno questo atteggiamento e vedo quanto sono belle, vive, con gli occhi brillanti di una luce meravigliosa.
Ecco quindi che la morte in questo tempo ci porta i suoi doni, se sappiamo accoglierli saremo immediatamente più ricchi, magari non di denaro, ma forse anche di quello, perché no… saremo comunque ricchi di qualità di inestimabile valore. Sapremo apprezzare i sorrisi, scambiare sguardi, cogliere l’ardore nel nostro cuore e avere ancora fiducia, fiducia in noi e nelle sorprese che la Vita e la Morte ad essa connessa ci possono ancora portare.
Con Amore
Cinzia